Assisi

È universalmente (è proprio il caso di dirlo) noto che Assisi sia la città del poverello, di San Francesco. Tutto, nella visita e nella città in generale è impregnato di spiritualità e, ad ogni angolo, sembra di avere nelle orecchie i versi del Cantico delle Creature. La città, in sé e per sé contribuisce al ricordo visto che, di fatto, è quasi libera dal traffico automobilistico. Le tante macchine che la raggiungono vengono parcheggiate all’esterno e lasciano Assisi libera per gli assisani, i pellegrini ed i turisti. Non tutti lo sanno ma, provenendo da Perugia e percorrendo la E45, poco prima di Collestrada (all’altezza dei capannoni industriali) si dovrebbero alzare gli occhi per notare una casetta di mattoni, sulla destra, proprio a fianco del guard rail: tradizione vuole che vi abbia dormito San Francesco al ritorno dalla prigionia che dovette subire a seguito della guerra tra Perugia e Assisi nel 1154. Già con questo si entra nel clima francescano. Lo si amplifica passando per Santa Maria degli Angeli e lo si conclude visitando Assisi. Che, come tutte le città umbre che si rispettino, è un continuo sali e scendi tra vicoletti e stradine medievali. La nostra visita può tranquillamente partire dalla Piazza del Comune dove il connubio tra età antica ed età moderna è piacevolmente visibile guardando la stessa piazza: da un alto, il Tempio di Minerva, ricordo delle vestigia romane della città, poi adibita a chiesa e il Palazzo del Comune, esempio di storia medievale e moderna. Sono pochi quelli che, presi dalla fretta di visitare i luoghi del Santo, hanno il tempo di fare quattro passi in Via Portica per entrare in quelle che sono le tracce archeologiche del vecchio Foro Romano…la visita merita il tempo dedicatogli. Anche in questo sono due le possibili scelte per il visitatore, andare verso la Basilica di San Francesco (luogo di sepoltura del santo e, per chi non lo sapesse, sede della Lampada dei Comuni, alimentata fin dal 4 ottobre 1939 - dopo che Pio XII aveva proclamato S. Francesco patrono d'Italia - ogni anno da un comune di una regione italiana), percorrendo l’omonima via e fermandosi al numero 4 per ammirare una delle tante fonti usate nel medioevo come luogo per dissetarsi dai pellegrini e come lavatoio per le donne (Assisi ne è piena e Via Fontebella ne è l’esempio) oppure dedicarsi al versante orientale per ammirare le meraviglie delle chiese cittadine. I turisti che opteranno per la prima scelta non si dimentichino di fare un salto prima in Vicolo Santo Stefano e Via Aluigi (sulla destra) e in Vicolo degli Esposti (sulla sinistra). Per chi lo volesse sapere, oltre che esserci una chiesetta che, nel suo piccolo, è una bomboniera, è qui che trova la sua base il principio dell’hospitalità medievale: è grazie alla Confraternita di Santo Stefano, infatti, che ad Assisi sorge uno dei primi ospedali umbri volto principalmente alla cura degli Esposti (i bambini abbandonati, da qui il nome del vicolo). Chi, invece, è attirato dal Duomo di Assisi, la Chiesa di San Rufino, non deve fare altro che dirigersi sulla destra (e in salita) rispetto al Tempio di Minerva e percorrere la via omonima. La piazza antistante la chiesa è un capolavoro di geometria e la chiesa, con il fonte battesimale dove sono stati battezzati San Francesco, Santa Chiara e Federico II di Svevia e dove ancora sono conservate le reliquie di San Rufino fa venire i brividi. Come, la Chiesa Nuova (posta nell’omonima piazza), che la tradizione vuole sia stata edificata sulla casa paterna di San Francesco. Se si scende per una porticina vicino all’altare è ancora possibile vedere il cubicolo dove San Francesco fu tenuto prigioniero dal padre dopo che si disfece delle sue vesti. La conclusione ideale della visita di Assisi è la Chiesa di Santa Chiara, luogo di pace per antonomasia e una delle piazze più belle per godersi il tramonto sulla dolce campagna assisana.